Cina: un uiguro su 26 si trova in prigione, è il tasso di carcerazione più alto al mondo

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June 4, 2024 | Gariwo MAG | By Alessandra Colarizi

E quella di Pioner e Silam non è una storia isolata. Secondo quanto riporta Uyghur Human Rights Project nel rapporto Twenty Years for Learning the Quran: Uyghur Women and Religious Persecution, l’imposizione di sentenze “retroattive” ha colpito spesso donne anziane, talvolta per comportamenti mantenuti per pochissimo tempo quando erano appena delle bambine. È il caso di Ezizgul Memet, condannata a dieci anni di prigione per aver studiato illegalmente il Corano con sua madre per soli tre giorni intorno al febbraio 1976, quando aveva cinque o sei anni. Oggi settantenne, Patihan Imin si è invece vista comminare una pena di sei anni di reclusione per aver studiato le Scritture tra l’aprile e il maggio 1967, aver indossato il jilbab tra il 2005 e il 2014, e aver tenuto in casa un lettore elettronico del Corano.

Stando a un rapporto indipendente del Uyghur Human Right Project, oggi un uiguro su 26 si troverebbe in prigione, il tasso di carcerazione più alto al mondo. Da una comparazione tra i dati rilasciati dalla procura dello Xinjiang e quelli del Ministero della Giustizia cinese, risulta infatti che gli uiguri – assieme alle popolazioni turcofone – sono imprigionati con un rapporto di 3.814 su 100mila. 47 volte superiore a quello complessivo della Cina (80 su 100mila) e tre volte superiore a El Salvador che, come paese, detiene il valore mondiale più elevato (1.086 per 100mila). Nel 2022 le minoranze turcofone dietro le sbarre erano 578.500, un terzo della popolazione carceraria cinese.

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